Descrizione
L’ATLETA ZEN – Una proposta per “menti illuminate”
Agisci senza aspettative – Lao Tzu
Se il manuale dedicato allo sci alpino – L’allenamento mentale nello sci alpino. Prospettive e strumenti dal mondo dell’educazione (BMS, 2020) – è nato dalla convinzione forte che siano le discipline particolari ad orientare il lavoro di training e di coaching mentale (non viceversa), questo opuscolo nasce dal tentativo di trovare un punto nodale, nell’allenamento mentale, che lo caratterizza a prescindere dallo sport praticato e dalle sue peculiarità.
Pur privilegiando gli sport individuali, L’atleta Zen si rivolge ad ogni sportivo, professionista o amatore, che intenda non solo trovare delle strategie per gestire le eventuali difficoltà emotive e di focalizzazione, ma, di più, rivedere il proprio sistema di convinzioni riguardo alle stesse strategie di controllo e alla nozione stessa di “controllo”.
Il modello di riferimento è il modello ACT – Acceptance and Commitment Therapy, attraverso il quale si mettono a nudo “strategie di fuga” (evitamento) o “di lotta” (controllo) utilizzate in genere dallo sportivo agonista, nel tentativo di contenere pensieri, emozioni, stati d’animo ritenuti non funzionali allo svolgimento del compito e al buon esito della performance.
L’ACT, viceversa, c’insegna che “la storia non è il fatto” e che le nostre narrazioni mentali, i nostri pensieri, non sono il fatto – né, tanto meno, un’anticipazione veritiera dei fatti!
Pertanto ogni tentativo di controllo, di estraniamento, di fuga, di repressione di stati d’animo o pensieri ritenuti “negativi”, ma anche pensare di coltivare pensieri ed emozioni ritenute “positive”, è un allontanamento dal qui ed ora della situazione concreta (de-focus).
Viceversa, la prestazione ottimale, è caratterizzata da una condizione “di flusso” costante (flow-zone), dove chiarezza di obiettivi, strategia, visione, immediatezza delle informazioni, abbassamento della critica, dilatazione sensoriale ecc. tendono ad allineare su un unico piano corpo, mente, contesto, disciplina praticata.
In questa condizione, che ritroviamo per analogia in alcune scuole orientali – lo Zen è una di queste, l’atleta è Uno con la disciplina pratica e, in modo paradossale, non cerca nulla, non ha obiettivi di perseguimento, non pensa ad essere né miglio, né peggiore di quel che è, ma è e basta!
L’atleta Zen presenta in modo sintetico questa serie di prospettive e suggerisce una linea di congiunzione tra pensiero occidentale e orientale; tra Zen e ACT c’è convergenza nel riconoscere il ruolo del Sé osservante, che legge, accoglie, “lascia spazio” a immagini e pensieri negativi, senza giudicare e quasi come se la persona si facesse spettatrice di se stessa: non c’è fusione tra me stesso e i miei pensieri e i miei pensieri non sono la realtà, ma c’è quella che in ACT si chiama de-fusione, ovvero medietà, distanza.
[…] Non siamo bravi, non siamo non bravi, non siamo mediocri, ma siamo! E non essendovi idea di conseguimento il risultato è conseguenza del nostro agire e quindi impossibilitato ad essere anteposto: non ci sono aspettative, obiettivi predeterminati, idee di risultato o simili, ma presenza nel qui ed ora, consapevolezza del momento presente e azione.
Enrico Clementi – Giugno 2021